L’ufficio centrale di Berlino, sottoposto ai divieti e alle vessazioni del regime nazista si trasferisce a Parigi in rue Léon Frot e poi al più prestigioso n° 92 degli Champs-Èlysées. La Francia non appariva affatto predisposta a divenire un campo d’azione dell’OSE, né per la situazione sanitaria della popolazione ebraica, né per il suo stato sociale e giuridico. D’altronde, la marea di rifugiati provenienti dalla Germania poneva problemi inediti.
Alla fine dell’agosto 1933, l’Unione-OSE viene registrata legalmente presso la Prefettura di polizia di Parigi, ma la sezione francese sarà riconosciuta ufficialmente soltanto nel 1935. Lazare Gurvic rimane segretario generale, mentre ne è il primo presidente Alexandre Besredka.
L’organizzazione può continuare il lavoro internazionale ed impiantarsi nei quartieri ebraici nei quali risiedeva la grande moltitudine dei rifugiati. Grazie ad un’intensa campagna, alla fine del 1934, l’OSE può aprire la sua prima colonia di vacanze nella Varenne e il suo primo dispensario.
Il progetto di un centro neuro-psichiatrico per bambini con handicap mentali è più ambizioso. Fonda un patronato di osservazione diretto dal dottor Polinow (morto durante la deportazione) per i figli di ebrei immigrati che hanno subito gravi traumi prima del loro arrivo in Francia. Infine si incarica di aiutare i medici perseguitati, in particolare ebrei tedeschi, instaurando un servizio speciale di reinserimento professionale in associazione con la lega mondiale dei medici ebrei fondata nel 1936.
Nella variante francese, l’OSE sceglie di conservare le iniziali del nome russo e diventa «l’Oeuvre de Secours aux Enfants» [Opera di aiuto ai bambini]. Infatti, ben presto i suoi interventi riguarderanno l’assistenza ai bambini ebrei dalla Germania e poi dall’Austria, per i quali vengono create le prime case a Montmorency e dintorni dirette da Ernest Papaniek. Questi giovani ebrei tedeschi che arrivano a Strasburgo senza documenti e sempre più numerosi dopo la Notte dei Cristalli del 1938, vengono presi in carico da Andrée Salomon, giovane EIF [movimento scoutistico ebraico in Francia] che proprio in quest’occasione prende contatti con l’OSE di cui poi dirigerà il servizio sociale fino al ‘47. Altri provengono dalla famosa nave “le Saint-Louis” che doveva attraccare a Cuba.
Un pensionato aperto a Montmorency nel 1936 sotto il patrocinio della baronessa Pierre de Gunzbourg ospita il primo gruppo. Visto l’afflusso dei candidati, nel gennaio del 1939, l’OSE affitta a Montmorency la villa Helvetia. A maggio, il castello di La Chesnaye ad Eaubonne apre i battenti ai più religiosi che arrivati da soli si ritrovano dispersi presso varie famiglie.
L’OSE intrattiene rapporti con il Comitato israelitico per i bambini provenienti dalla Germania e dall’Europa centrale che ottiene, a partire dal 1938, l’autorizzazione a far venire i bambini in pericolo i cui genitori rimangono in Germania, a condizione che la loro sussistenza in Francia sia assicurata fino alla maggiore età. 123 bambini trovano rifugio nel castello di la Guette, di proprietà della baronessa Germaine de Rothschild, a Villeneuve-le Comte. Hanno tutti tra i quattro e i quattordici anni. Evacuati a la Bourboule all’inizio della guerra, vengono affidati all’OSE dal novembre 1941. Sovraccarico, il Comitato si appella alle iniziative individuali. E così, il 3 luglio del ’39, il conte Hubert de Monbrison, segretario generale del Soccorso ai figli dei rifugiati politici, mette a disposizione di un gruppo di 40 ragazzi venuti da Berlino il castello di Quincy-sur-Sénart che ospitava già alcune ragazze russe emigrate nel 1917 e dei giovani spagnoli. Dopo il disastro, parte dei bambini viene affidata all’OSE, come quelli dell’orfanotrofio di Varenne.
L’OSE è dunque, prima della guerra, l’unica opera che avesse già un’esperienza di case per i bambini e che vantasse un personale già preparato nel lavoro sociale. Possiede un’intera rete di “homes” che non cessa di estendersi: quattro e poi undici case per 1600 bambini, che arriveranno 25 al momento della Liberazione.